TRILOGIA D’AUTUNNO 2019 - XXX RAVENNA FESTIVAL

TRILOGIA D’AUTUNNO 2019 - XXX RAVENNA FESTIVAL
Luogo: Teatro Alighieri
Categoria: Teatro
Periodo:
Dal 1 novembre al 3 novembre
Dal 5 novembre al 7 novembre
Dal 8 novembre al 10 novembre

Descrizione

TRILOGIA D’AUTUNNO 2019 - XXX RAVENNA FESTIVAL
Norma (1, 5, 8 novembre), Aida (2, 6, 9 novembre) e Carmen (3, 7, 10 novembre)

Norma, Aida, Carmen: tre momenti di una storia musicale che dal belcanto arriva agli albori del verismo; tre eroine entrate nell’immaginario collettivo; tre simboli. Ma anche tre donne che reclamano il diritto a scegliere il proprio destino, pur quando sanno che ad attenderle c’è il fuoco della pira, la profondità oscura della piramide, il sangue dell’arena. La Trilogia d’Autunno che corona la XXX edizione di Ravenna Festival cerca la donna dietro il personaggio, il cuore oltre il costume, l’anima di partiture e libretti troppo spesso nascosta da allestimenti ingombranti: dall’1 al 10 novembre, tre nuove produzioni della Norma di Bellini, dell’Aida di Verdi e della Carmen di Bizet debuttano sul palcoscenico del Teatro Alighieri, alternandosi sera dopo sera come vuole la consuetudine di questa maratona lirica che negli anni ha conquistato il pubblico.

Per Norma (1, 5, 8 novembre) la regista Cristina Mazzavillani Muti ha immerso il dramma in una natura dove la concretezza della materia si ammanta di mito. Fronde di un bosco, un fitto intreccio di radici, cavità sotterranee, poi l’acqua e la bruma di paludi che riportano la Gallia romana a paesaggi nostrani…e simboli, cifre di un mondo perduto e misterioso: come il libro che si apre al centro della scena - al tempo stesso parola, credo, codice; come il teschio-totem della divinità pagana Irminsul; come la luna che inevitabilmente domina la scena. 

In Aida (2, 6, 9 novembre) è stato importante, sottolinea Cristina Muti, “potersi allontanare dall’opinione comune che identifica l’opera con la scena del trionfo. Verdi scrisse anche quello, ma c’è molto di più in Aida: ci sono momenti intimi, riservati, malinconici. Abbiamo voluto dar loro spazio, soprattutto nel meraviglioso rapporto fra Aida e Amneris, due donne opposte in amore, ma in fondo molto vicine”. Le scenografie virtuali evocano visioni “archeologiche” e un groviglio d’ossa animali è sufficiente a ricordare le sorti alterne di una civiltà sospesa fra il Nilo e il deserto, abbondanza e carestie. Mentre è Nicola Paszkowski a dirigere la Cherubini, nel ruolo di Aida, figlia del re etiope Amonasro ma catturata e resa schiava dagli Egizi che ne ignorano l’identità, c’è il soprano lituano Monika Falcon. Amneris, figlia del faraone di cui Aida è ancella nonché rivale in amore, è il mezzosoprano brasiliano Ana Victória Pitts. Oggetto della contesa il condottiero Radames, ovvero il tenore azero Azer Zada.

È una Carmen (3, 7, 10 novembre) “intima e oscura” quella che porta in scena Luca Micheletti, un mondo - ora di sapore noir, ora vibrante di realismo magico - sul quale la protagonista domina come un’ossessione di cui tutti sono vittime, là dove il sogno d’amore si confonde con quello della rivoluzione e dell’eversione. Micheletti aveva già conquistato il pubblico della Trilogia 2018 come Iago nell’Otello, ma per la sfida di portare in scena l’opera di Bizet, affidatagli da Cristina Muti, ha potuto contare sul proprio background teatrale, ricco di collaborazioni con registi quali Ronconi e Bellocchio e riconoscimenti come il Premio Ubu (2011). Il pubblico sarà accompagnato lungo “un percorso trasfigurato dalle passioni di chi lo vive - racconta Micheletti - i moti dell’animo e le fantasie dei protagonisti modificano la realtà che li circonda, ed essa perde via via i connotati di spazio pubblico, divenendo lo spazio privato dell’allucinazione, delle pulsioni interiori.

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