Descrizione
Una giornata per Molly Bloom
di e con Giorgia Cerruti
regia di Giorgia Cerruti e Davide Giglio
produzione Cubo Teatro
Ape Regina è una giornata che Molly prende per sé, per fare un punto della situazione, per terminare quel lavoretto a maglia iniziato e sempre rimandato, per mandare tutto all’aria se necessario. Ecco il senso di quel 16 giugno nel quale, citando Virginia Woolf, una miriade di impressioni – banali, fantastiche, evanescenti o scolpite da una punta d’acciaio – cadono sulla mente di Molly Bloom, personaggio centrale dell’Ulisse di Joyce che chiude il suo romanzo affidandole un miracoloso ipertesto mentale.
Fiancheggiando liberamente il parallelismo mitico di Joyce, Molly Bloom è una moderna Penelope, una stralunata ex cantante-attrice che vorrebbe ancora il suo pubblico, che invece di attendere pazientemente il marito Leopold Bloom tessendo la tela, sceglie l’etica del corpo secondo la definizione di Joyce, centro del mondo pieno e vitale, al di sopra e al di là del pudore.
Ho connesso la mia Molly con le grandi lady del cinema del ‘900: Gloria Swanson, Bette Davis, Greta Garbo; vere e proprie eroine di libertà e azzardo. Una femminilità libera, nella mente e nello spirito; mossa dal principio dell’amore fisico, dotata di uno – spero – irresistibile humour nero.
In Ape Regina intravediamo la dark lady forte e ironica alla Bette Davis, affiorano gli sguardi grotteschi e dolenti di Norma Desmond sul Viale del Tramonto, e riverbera qui e là l’asciutta sobrietà
di Greta Garbo. Il risultato è un tentativo di scrittura femminile, di linguaggio liberato dal discorso maschile. Partendo da Joyce, Molly è The Flesh, la carne; assecondando la sua operosità mentale diurna incontrollata, vorremmo provare a indagare una femminilità libera, nella mente e nello spirito; una femminilità vibrante e indipendente, mossa dal principio dell’amore, centro del mondo pieno e vitale.
Pensieri e gesti di Molly non sono semplici, ma semplice è la sua motivazione alla vita, immediata la sua felicità di essere viva, di esistere, di volersi addormentare e, prima, di poter pensare a qualcosa: un fiore, la tappezzeria, le stelle, un acquisto. Un sì incondizionato all’Universo, organizzato nello spazio ristretto di una stanza carica di ricordi e aspettative, in cui vivere per trascendere sé stessi. (Giorgia Cerruti)
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